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i'mWatch, lo smartwatch vicentino
settembre 2013

Corriere della Sera - EVENTI - 7 settembre 2013

Che cosa fanno un architetto appassionato di tecnologia e un ingegnere con il pallino del design? Semplice. Progettano dispositivi hitech. E non solo. I due eclettici creativi vicentini in questione sono Massimiliano Bertolini, 33 anni laureato in Architettura a Venezia, alle spalle una famiglia di intagliatori di legno. E Manuel Zanella 37 anni, perito elettrotecnico con in tasca una laurea in Ingegneria Gestionale dell’Università di Padova. Si sono conosciuti vent’anni perché frequentavano la stessa compagnia di amici e uscivano assieme la domenica con le “morose”. Eclettici e con tanta voglia di mettersi in gioco. Nel sangue scorre il Dna imprenditoriale della gente del Nord-Est.

Per loro l’avventura inizia una decina di anni fa, quando Manuel promotore finanziario nel gruppo Mediolanum va in viaggio di nozze in Kenia. Lì scopre che telefonare in Italia costa 6 euro al minuto. «Una cifra esagerata, così ho studiato il modo per ridurre drasticamente i costi di roaming all’estero. Avevo già idea di come realizzare il progetto, mi mancava però il capitale». Così decide di contattare il “grande capo” Ennio Doris per mostragli idea e business plan. Ma non è stato facile. «Per oltre due anni ho cercato di fissare un colloquio passando dai canali ufficiali. Senza successo. Ma non mi sono arreso e per tre sabati consecutivi ho bussato alla sua villa di Tombolo, vicino a Padova». Alla fine riesce a incontrarlo. Il progetto piace subito a Doris, lo finanzia e nel 2008 fa il suo ingresso sul mercato Zeromobile, un operatore telefonico che consente risparmi fino all’85% sulle chiamate quando si è all’estero.

Ma siamo solo agli inizi. L’anno successivo scende in campo Massimiliano con una nuova idea. Produrre, tra i primi al mondo, un vino de-alcolizzato, a gradazione “zero”. Anche questa sembra una “mission impossible”. Ma i vulcanici ragazzi vicentini non si perdono d’animo e con l’aiuto di H Equity di Doris, fondano Winezero. «Non si tratta di semplice succo d’uva, bensì di vino senza alcool realizzato con un complesso processo produttivo - precisa Bertolini - il mercato di riferimento è quello orientale, però ci rivolgiamo anche a diabetici e salutisti».

Ma è due anni fa che Manuel e Massimiliano hanno l’idea più incredibile. Tutto parte dal successo planetario degli smartphone. I cellulari senza tasti da gestire in punta di dita, attraverso schermi touch. «Allora, perché non fare in modo che questa tecnologia si possa portare al polso? Come un orologio». Così anticipando sui tempi i giganti dell’hitech mondiali, nasce i’m Watch. Il primo smartwatch in grado di colloquiare in modalità “senza fili” con il cellulare. Per telefonare, inviare Sms ed e.mail. Ma anche collegarsi a Facebook e Twitter, per condividere informazioni e scaricare musica digitale. Ennio Doris affianca anche in questa nuova avventura i due imprenditori vicentini, che la stampa locale definisce già “Steve Jobs” italiani. Sono i primi ed è subito successo. Tanto che all’inizio non riescono a soddisfare tutte le prenotazioni.

Nel 2012 ne sono stati venduti 30 mila pezzi, interamente realizzati nei distretti industriali del Nord-Est, entro l’inizio del prossimo anno ne seguiranno altri 50 mila. La collezione i’m Watch comprende modelli in plastica colorata da 299 euro, rivolti al pubblico giovanile. Fino a quelli in titanio e oro da migliaia di euro, realizzati dagli orafi vicentini e venduti nei negozi di gioielleria. «Un prodotto del made in Italy che riscuote i favori di mercati orientali, Russia e Usa – afferma Manuel – ecco perché partiremo in alcune grandi città del mondo con negozi monomarca».

L’arrivo di colossi del calibro di Apple, Samsung e Sony non spaventa la coppia. «Apriranno il mercato degli smartwatch, aumentando le nostre opportunità di vendita, per il futuro abbiamo progetti per dispositivi di localizzazione personale, da usare per il controllo sicurezza di bambini e anziani». Così il “cantiere delle idee” di Manuel e Massimiliano e degli altri 30 giovani startupper, nel quartiere generale della storica villa Zileri a Monteviale, è in pieno fermento.

twitter @utorelli






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