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novembre 2015 ↓ scarica pdf

Corriere della Sera - 27 novembre 2015

Ottomila chilometri, quindici giorni di treno. Tanto dura il mitico viaggio della Transiberiana da Mosca a Pechino, passando per il deserto dei Gobi. Un’opportunità per calarsi nella storia e cultura della «Grande Madre Russia». A essere precisi i chilometri totali del viaggio sono 7925 e il nome giusto con cui chiamarla è Transmongolica. Perché giunti a Ulan Ude sul lago Baikal, si devia verso Sud per arrivare a Ulaan Baatar, capitale della Mongolia. Invece il tronco che termina a Vladivostock è più a Nord. Sono 9300 chilometri in assoluto il tragitto su strada ferrata più lungo e affascinante del pianeta. Siberia deriva da Siber, nella lingua tartara: «la terra che dorme».

Un subcontinente verde e rigoglioso un paio di mesi d’estate, bianco e ghiacciato d’invero. Un territorio di oltre 12 milioni di chilometri quadrati, circa 40 volte l'Italia. Dove vivono 26 milioni di persone. Almeno una decina le etnie incrociate durante il viaggio. Oltre ai vari gruppi russi, si incontrano tartari, buriati, kirghisi, uzbechi e mongoli.

Il tragitto Mosca-Pechino viene coperto da treni speciali, come lo Zarengold. In genere si viaggia di notte e durante il giorno si visitano le principali città lungo il percorso. Spiega Fabio Chisari, responsabile di Azonzo Travel, il tour operator milanese che propone il viaggio: «il chilometro zero della Transiberiana è la stazione Kazan di Mosca. Qui una gigantesca locomotiva diesel aggancia 21 vagoni del treno lungo 1 chilometro. Al fischio del capostazione inizia l’avventura per circa 160 passeggeri». Destinazione Pechino. Dopo un paio di giorni sosta a Ekaterinburg, fondata a inizio ‘700 da Pietro il Grande. Siamo sulla catena degli Urali che segnano il confine tra Europa e Asia.

Qui ai tempi dell’Urss si trovavano le grandi industrie meccaniche per la produzione di cannoni e carri armati dell’armata russa. Ma la “triste” notorietà della città arriva dall’eccidio del 17 luglio 1918 dello Zar Nicola II, assieme all’intera famiglia Romanov. A compierlo i bolscevichi rossi, per paura che le armate dei bianchi (i conservatori della nobiltà) li liberassero. Sul luogo dell’eccidio oggi si trova la «Cattedrale sul Sangue», luogo di pellegrinaggio degli ortodossi.

A Novosibirsk, dopo oltre 3 mila chilometri di viaggio si entra nel cuore della Siberia. Siamo nel mezzo della steppa. Fondata a fine ‘800 quando per la Transiberiana, iniziata nel 1891 da Nicola II, fu necessario costruire il ponte sul fiume Ov. Da questa regione arriva il 90% del carbone russo, ma nelle miniere si trova anche a stagno, piombo, oro e diamanti. Qui la vita è dura. Nove mesi di freddo gelido che soffia dalla tundra polare con punte di –30 gradi. In compenso caldo umido e nugoli di zanzare d’estate. Una città nata all’insegna del «costruzionismo». L’architettura minimal dell’ex comunismo. Migliaia di casermoni grigi con balconcini a sbalzo, da chiudere con improvvisate verande di vetro.

A metà viaggio si toccano le sponde del lago Baikal. Tra le aree siberiane di maggiore interesse e bellezze naturali. Più che un lago è un mare. Lungo 600 chilometri e largo 80. Grazie ai suoi 1600 metri di profondità, contiene un quarto di tutta l’acqua dolce del pianeta. Sul Baikal si trovano gli insediamenti dei villaggi cosacchi, che dal XVIII secolo iniziarono a colonizzare la Siberia, per nome degli Zar. Una stirpe guerriera che amministrava la giustizia e riscuoteva tasse. Da qui il treno riprende la corsa per entrare in Mongolia la terra di Gengis Khan. Le immense foreste di betulle della Siberia lasciano il posto a sconfinate praterie verdi. Poi il treno speciale finisce il suo percorso a Pechino, ma l’avventura durerà ancora qualche giorno.

Il tempo di visitare la ciclopica Grande Muraglia e i palazzi incantati dell’ultimo imperatore nella Città Proibita. Il viaggio di due settimane da Mosca a Pechino sullo Zarengold costa 4000 euro per lo scompartimento a quattro letti. Sono inclusi pranzi e cene, nonché le visite delle città e le permanenze in hotel a Mosca, Irkutsk, Ulaan Baatar e Pechino. Il tour operator di riferimento per prenotare dall’Italia è Azonzo Travel (tel.02.36513294, info@azonzotravel.com). Chi ama l’avventura sul sito www.russiantrains.com può prenotare un viaggio su treni di linea russi. Vanno poi aggiunte le tratte di Mongolia e Cina.

twitter @utorelli







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