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Corriere Economia - 3 febbraio 2014

Lo schermo touch del telefonino domina sovrano sulla nostra vita. Con lui facciamo di tutto. Senza ci sentiamo persi. Se uscendo di casa scopriamo di averlo dimenticato, torniamo indietro a riprenderlo. Di fatto viviamo immersi in un mondo «phone centrico». Le previsioni di vendita 2014, parlano ancora di crescita nel segmento smartphone. Secondo i dati della ricerca realizzata a gennaio dall’inglese Mediacells, per conto di The Guardian, entro fine anno assisteremo a una nuova impennata nelle vendite. Per l’esattezza, nei 47 principali paesi del mondo ne saranno acquistati un miliardo e 30 milioni. Con qualche sorpresa. Oltre metà finiranno nell’Est Asiatico. Nelle tasche di cinesi (283 milioni) e indiani (225 milioni).

Gli americani, si confermano in terza posizione, con una previsione di 89 milioni. Mentre gli italiani, posizionati al quattordicesimo posto, compreranno 15,6 milioni di nuovi smartphone. Interessante osservare che il 67% finiranno nelle mani di chi possedeva vecchi modelli a tastiera. Parliamo di utenti “convertiti” alla nuova tecnologia touch. Loro useranno per la prima volta applicazioni e servizi di rete. Scaricheranno giochi e programmi. Il restante saranno apparecchi di sostituzione. Per apparecchi più performanti.

Oggi con uno smartphone possiamo farci di tutto e di più. Viene percepito come parte inscindibile della nostra persona. In sua compagnia ci passiamo la giornata: «per telefonare, chattare, navigare e cercare informazioni su web e Social Network». Da tempo con questi 100 grammi di hitech ci possiamo anche fare altro. Ascoltiamo musica, scattiamo foto e guardiamo film. Lo consultiamo come orologio, sveglia, calcolatrice, rubrica, navigatore, registratore e consulente meteo. E siamo solo agli inizi. Nel corso del 2014 con l’arrivo della tecnologia Nfc (Near field communication) le applicazioni aumenteranno vertiginosamente. Il microchip integrato ci consentirà di usare a distanza i sistemi a strisciamento.

Così passandolo a poche decine di centimetri da un lettore, lo smartphone sarà in grado di riconoscerci. Trasformandosi in borsellino elettronico per pagare spese quotidiane. Utile per superare l’impasse degli italiani quando si tratta di effettuare pagamenti online con carta di credito. Qui gli importi sono limitati a poche decine di euro e il cellulare opera in sicurezza come carta prepagata. Non solo. La tecnologia Nfc servirà anche per sostituire i biglietti sui mezzi di trasporto, sarà il badge elettronico per entrare in ufficio e andare in mensa. Ci aiuterà come personal trainer quando siamo in palestra.

Nel 2014 incrementeranno i servizi di localizzazione, ottenuti grazie al Gps satellitare. «Lo smartphone sa dove ci troviamo fisicamente e viene in aiuto per scoprire i servizi attorno a noi – spiega Davide Alemanni responsabile Windows Phone di Microsoft Italia – come parcheggi, farmacie di turno e supermercati aperti nei giorni festivi. Indicando sullo schermo eventuali sconti e promozioni». L’evoluzione che ha portato il telefonino a trasformarsi in dispositivo mobile «tuttofare» ha avuto inizio una dozzina di anni fa. Precisamente il 20 novembre 2001, quando a Barcellona venne presentato il Nokia 7650.

Un originale telefonino che incorporava al suo interno una fotocamera di soli 0,3 MegaPixel. Oggi questa bassa risoluzione, rispetto ai megapixel cui siamo abituati, ci fa sorridere. Ma allora consentiva di spedire le foto appena scattate via Mms (messaggio multimediale). Corriere Economia era presente all’evento e spedì la prima istantanea in redazione, per immortalare il momento. Poi in rapida sequenza temporale il telefonino scoprì la musica e divenne lettore Mp3. I produttori inserirono radio Fm e registratore. L’anima multimediale del cellulare era venuta allo scoperto.

La seconda svolta epocale è datata 9 gennaio 2007. Quando un entusiasta Steve Jobs salì sul palco del Macworld a San Francisco e strinse tra le mani il primo iPhone. Così iniziò l’era delle app e dei servizi. L’anno successivo fu la volta a New Yopk del Dream di Htc. E Google, l’altro grande attore entrò in scena con Android. Il sistema open, basato su architettura Linux, rapidamente imposto sul mercato mondiale dei telefonini touch. Il resto è storia odierna. E viste le premesse, gli smartphone hanno ancora molta strada da fare.

twitter @utorelli






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