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Storia di una lastra di vetro
settembre 2009 ↓ scarica pdf archivio >>

Un lungo viaggio di oltre 20 mila chilometri compiuto in treno, nave e Tir. E’ questo il percorso terra-mare-terra fatto da un televisore Lcd. Per arrivare nel nostro paese da una delle fabbriche coreane e del Sol Levante. Alla fine li vediamo in bella mostra sugli scaffali dei negozi hitech e nei punti vendita della Gdo (grande distribuzione). Oltre a rappresentare quanto di meglio la tecnologia elettronica ci propone, sono un esempio eccellente di logistica e trasporto. Ecco la storia di una di queste “lastre di vetro”.

Nel nostro caso tutto inizia a Gumi, città hitech nel cuore della Corea del Sud. Siamo nella fabbrica di LG Electronics. A 300 chilometri dalla capitale Seoul, in quella che viene chiamata la “glass valley”. Negli anni ’70 era una valle di qualche migliaia di contadini che coltivavano verdure. Adesso conta mezzo milione di abitanti. Impegnati nelle factory del vetro e nella miriade di aziende terziste. Per tutti un unico obiettivo: sfornare oltre il 40% della produzione mondiale degli schermi Lcd.

Il processo di fabbricazione del nostro Lcd-Tv da 42 pollici inizia da una semplice lastra di vetro. Sulla quale con un complesso processo ottico vengono integrati milioni di puntini (pixel) colorati che accendendosi e spegnendosi, riprodurranno le immagini televisive. Lo schermo grezzo, dopo un primo test di accensione viene etichettato e identificato con codici puntiformi QR, in sostituzione del vecchio codice a barre. Sarà il pass elettronico in grado di tracciare il percorso dalla fabbrica coreana allo scaffale di vendita.

L’operazione successiva riguarda il montaggio dei componenti elettronici, inseriti sulle piastre in parte da robot, in parte da un esercito di donne. Una catena di montaggio, ferma per manutenzione solo 5 giorni all’anno.
Così dopo 40 ore da quando era polvere di silicio, la piastra Lcd semilavorata “sale sul treno”. Destinazione il mega porto di Pusan, nell’estremo sud della Corea. Qui assieme ad altre migliaia viene stipata in container e imbarcata su una immensa nave cargo. La rotta sarà lunga. Oltre 20 mila chilometri: dal mare della Cina all’oceano Indiano passando poi nell’Atlantico e mare del Nord. Per approdare dopo una trentina di giorni nel porto di Rotterdam.

Spiega Enrico Ligabue direttore vendite settore audio-video di LG Italia: «poi nell’arco di un paio di giorni viene spedita in uno dei nuovi stabilimenti LG di Mlawa e Wroclaw, nella Polonia occidentale. Qui il semilavorato in meno di 12 ore, assume l’aspetto definitivo dell’Lcd-Tv da salotto. Con l’inserimento del sintonizzatore, delle casse acustiche e le prove di ricezione». Alla fine viene imballato in una scatola (ecologica), con l’inserimento del libretto istruzioni rigorosamente multilingua, italiano compreso, del telecomando con cavi e dei vari accessori.

Adesso mancano gli ultimi 1300 chilometri, da percorrere su gomma, per arrivare nel deposito italiano Lg di Cortemaggiore, vicino a Piacenza (gestito da Ceva Logistics). Da qui sarà consegnato in uno dei punti vendita nazionali. Per l’ultrapiato Lcd da 42 pollici è trascorso un mese e mezzo da quando era una pezzo di vetro nella Glass Valley coreana. Ha viaggiato superando montagne e pianure, in treno e camion, navigando in una decina di mari. Adesso è finalmente arrivato a destinazione. In bella mostra nel salotto del “signor Rossi” che ignaro di tante peripezie e controlli lo accenderà con un semplice tocco del telecomando.






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