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Apple e Samsung contro tutti
dicembre 2013 ↓ scarica pdf archivio >>

Corriere Economia - 2 dicembre 2013

Due contro tutti, con Apple e Samsung ben salde in pole position. Dietro un gruppo di quattro inseguitrici composto da Panasonic, Sony, LG e Sharp. In posizione più arretrata un “gruppone” di cinquanta aziende. Questo, se dovessimo fare un paragone con le corse di Formula 1, è quanto accade ai produttori mondiali del consumer elettronico. E’ la fotografia che esce dal recente rapporto “Global Consumer Electronics 2014” di AlixPartners, una società di New York che si occupa di consulenza e business globale. A livello mondiale il settore dell'elettronica di consumo è caratterizzato da un ecosistema di tipo “winner takes all”. Cioè: «Chi vince prende tutto – spiega Piero Masera, direttore delle filiale italiana - perché di fatto i due giganti Samsung e Apple occupano la fetta maggiore in termini di ricavi con 345,5 miliardi di dollari, ma anche dei profitti, con ben 100 miliardi di dollari».

Secondo lo studio Samsung e Apple chiamate “the top two” generano insieme gli stessi ricavi e circa cinque volte gli utili al lordo delle tasse (Ebitda), di tutti gli altri produttori consumer del mondo. Interessante osservare che il periodo in esame di 12 mesi, è terminato il 31 marzo 2013. Una scelta che include l'effetto “coda” della stagione natalizia 2012, durante la quale le aziende produttrici registrano quasi il 50% dell’intero fatturato. Al primo posto in termini di utili, si posiziona Apple con oltre 58 miliardi di dollari, di fatto due volte e mezzo rispetto al resto delle aziende del settore messe assieme (Samsung esclusa). Invece il colosso coreano ha registrato un Ebitda di 42 miliardi di dollari, il doppio degli altri attori sommati insieme (Apple esclusa).

Invece la situazione economica dei quattro diretti inseguitori si presenta in affanno. Panasonic, Sony, LG e Sharp manifestano sofferenza. Durante il periodo di riferimento i rispettivi ricavi sommati tra di loro scendono dell’8% e i profitti precipitano di ben il 36%. Le quattro aziende sono in difficoltà finanziarie. Colpa delle elevate spese generali e di gestione, con bassa marginalità di profitti in relazione al numero di dipendenti. Il caso più eclatante arriva da LG che a fronte di 160 mila occupati presenta solo 2 miliardi di dollari di utile lordo. Non sta meglio la giapponese Sharp, in difficoltà con utili di 2,4 miliardi e 45 mila dipendenti. A pagare lo scotto di elevati costi di gestione è anche il colosso Panasonic con 4,6 miliardi di dollari di Ebitda, ma ben 90 mila dipendenti.

E infine Sony, che paga lo scotto di presentare un alto costo dei manufatti, con utili ridotti a 3,1 miliardi di dollari. «Dai dati si evidenzia che le quattro aziende inseguitrici stanno affrontando una sfida a crescita negativa – afferma ancora Masera – con cali significativi di redditività». Questo si traduce in quello che gli analisti definiscono una: «forma di ricavi senza profitto». Non solo.
Lo studio mette in luce che né il brand, né l'innovazione di un prodotto sono sufficienti per mantenere i primi posti. Perché con i consumatori che in media spendono meno e la riduzione del ciclo di vita dell’hitech, anche le aziende migliori possono perdere la fedeltà degli utenti nel giro di pochi mesi. Lo studio porta alcuni esempi significativi.

«Dunque non sono immuni da possibili cali di mercato neppure Apple e Samsung – conclude Masera - un fenomeno reso possibile dalla diminuzione globale della domanda consumer, associata all’accorciarsi dei cicli di vita dei prodotti».

Lo indicano alcuni segnali economici. Nel periodo di riferimento 2012-2013, la crescita di fatturato Apple si è attestata a un tasso annuo del 14%, un terzo rispetto al precedente periodo. Con utili operativi scesi del 3%. Nel frattempo, il fatturato Samsung è cresciuto del 18%, dopo avere segnato l’aumento record del 30% nel periodo di boom degli anni 2011-2012.

twitter @utorelli






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