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Xerox PARK: L'ubiquitous computer di Mark Weiser
aprile 1992 ↓ scarica pdf archivio >>

Corriere Scienza - 21 aprile 1992

Al centro di ricerca della Xerox il PARC Palo Alto Research Center, si sta preparando lo scenario informatico del ventunesimo secolo. Quella in sperimentazione è la nuova teoria degli «ubiquitous computer» il sistema informativo presente in ogni luogo. Si tratta di una soluzione alternativa tendente a superare il concetto degli attuali Personal Computer. Il PC negli ultimi dieci anni è diventato sempre più veloce, più piccolo e portatile, ma è comunque rimasto uno strumento isolato dal mondo contestuale che lo circonda ancora incapace di comunicare con l'uomo in modo diretto ed immediato. La nuova ipotesi di lavoro si posiziona nel cosiddetto «spazio informatico» inteso come un ambiente circondato da più strumenti intelligenti con i quali sia possibile interagire quotidianamente in modo semplice ed amichevole. Lo sviluppo dell'ubiquitous computer si basa su due rivoluzionari strumenti hardware: le tavolette «pad» e i distintivi «tab».

Pad e tab
Il «pad» è l'equivalente di un blocco elettronico per appunti implementato non con un supporto cartaceo, ma su una tavoletta trasparente di cristalli liquidi. Impugnando la speciale penna ottica è così possibile disegnare e scrivere come su un comune foglio di carta. Esaurita una pagina, il testo e le figure in essa contenuti vengono salvati nell'archivio di un micro floppy. Il pad svolge anche le funzioni di calcolo di un Palm-Top computer. Tutti i blocchi presenti all'interno del PARC sono collegati tra loro tramite onde radio attraverso un network informativo distribuito. Un menu ad icone posto nella parte superiore di ogni tavoletta permette di richiamare programmi e appunti presenti sugli altri pad nonché colloquiare con la banca dati dell'elaboratore centrale e con tutti gli elementi software connessi in rete.

I distintivi tab risultano invece le cellule informative di base, quello che gli ubiquitous computer riescono ad esprimere a livello elementare. Ogni tab si presenta come un minuscolo blocchetto elettronico con una superficie quadrata a cristalli liquidi di 10 centimetri di lato, simile ai tradizionali post-in gialli che ognuno di noi tiene sulla scrivania. Ogni distintivo può essere comodamente riposto in tasca o attaccato al taschino della giacca e comunica con l'intero sistema informativo attraverso un minuscolo trasmettitore integrato all'interno. Può essere utilizzato non solo come badge per il controllo degli accessi e per la localizzazione immediata delle persone, ma anche per visualizzare sul display i messaggi e gli appunti inviati direttamente da altri pannelli e distintivi.

Il tab diventa così uno strumento interattivo di comunicazione sminuzzato nell'ambito dell'attività spaziale e temporale di tutti i giorni.
«L'attuale tendenza a livello mondiale, è rivolta al miglioramento delle prestazioni dei computer in termini di potenza, velocità e dimensioni - dice Mark Weiser direttore del laboratorio di Computer Sciences di Palo Alto - la nostra ricerca è invece concentrata alla loro sostituzione. Il PC così come lo intendiamo oggi sarà destinato a sparire».
L'Ubiquitous computer, con le sue lavagne pannelli e distintivi, vuole essere non solo un nuovo strumento tecnologico, ma soprattutto un diverso approccio nel rapporto tra uomo e macchina. Gli elaboratori del futuro dovranno essere l'equivalente di carta e matita, ecco perché guardiamo con tanto interesse ai dispositivi tipo «pen based».

Useremo il Gsm per trasmettere a distanza
«Gli sforzi che stiamo compiendo per raggiungere questi obiettivi sono enormi sia in termini di risorse umane che di investimenti economici. Basta pensare - continua Weiser - che al centro Xerox in Silicon Valley si trova la più grande concentrazione di cervelli informatici della terra. Nei cinque laboratori operano 300 ricercatori e scienziati di tutti i continenti, esperti nelle più svariate discipline: dalla matematica alla fisica, dalle materie linguistiche a quelle rivolte al comportamento sociale». A partire dagli anni 60 il PARC è stato un costante riferimento nello sviluppo tecnologico, una fucina di idee sfociate poi in risultati concreti. Nei suoi laboratori hanno visto la nascita non solo il primo computer di tipo personale e il prototipo delle odierne stazioni di lavoro grafiche, ma anche gli ambienti software delle icone e del mouse.

«Per il prossimo futuro - conclude Weiser - siamo impegnati a risolvere il gravoso problema del traffico di informazioni relativo alle frequenze di trasmissione. Affollamento di dati tanto più concentrato quanto maggiori saranno le distanze da coprire con gli Ubiquitous computer. Oltre alle reti locali che utilizzano connessioni senza fili con trasmissioni all'infrarosso, stiamo pensando per le grandi distanze di sfruttare sistemi digitali come il GSM già in uso per i telefoni cellulari».

Nel primo decennio del ventunesimo secolo andremo quindi al supermercato per acquistare blocchi di pannelli e distintivi elettronici così come oggi facciamo per penne e quaderni? E' presto dirlo, per ora ci basta sapere che entro la fine dell'anno Xerox metterà in produzione le prime cinquanta tavolette pad.







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