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SMAU 2009, 46esima edizione
ottobre 2009 ↓ scarica pdf archivio >>

L’onda lunga della crisi investe anche il comparto dell’Ict (Information e communication technology). Stando infatti ai dati dell’ultimo rapporto Assinform, relativo ai primi sei mesi del 2009, si prevede un calo generalizzato del comparto che a fine anno toccherà il -3,6%. Con la diminuzione della domanda nei segmenti hardware, software e servizi. Il fatturato complessivo dell’Ict a fine dicembre si attesterà a 62,1 miliardi di euro, contro i 64,4 dello scorso anno. Ma Pierantonio Macola, amministratore delegato Smau, risponde a questi risultati poco lusinghieri con una nota di speranza: «è vero che nel nostro paese sono calati gli investimenti nell’Ict rispetto alla media europea. E questo incide in modo negativo su Pil e occupazione. Tuttavia, a livello locale, esistono aziende virtuose che sfruttano l’andamento congiunturale per innovarsi e preparasi alla ripresa».

Dal canto suo Smau, giunto alla 46esima edizione, assieme alla School of Management del Politecnico di Milano, ha redatto un Osservatorio (indagine su 1200 Pmi da 10 a 500 addetti) in cui si valuta l’impatto della crisi rispetto a nuovi indicatori economici. Uno di questi è il cosiddetto “indice di maturità dell’Ict”. Un parametro numerico da 0 a 100, riferito anche al comparto comunicazioni, che tiene conto di due fattori. Da un lato la dotazione di infrastrutture tecnologiche presenti in azienda, dall’altro la capacità da parte dei manager di fare leva sulla componete hitech per migliorare il business aziendale. Spiega Andrea Rangone, responsabile osservatori Ict del Politecnico: «dunque non è sufficiente acquistare dispositivi hitech, ma chi è a capo delle strutture aziendali deve sfruttarli per incrementare il business.

Così la tecnologia esce dall’ambito dei responsabili informatici, per passare ai “piani alti”. Nelle mani dei decisori aziendali». Ebbene nel 2007 l’indice di maturità Ict a livello nazionale misurava 40, quest’anno è salito a 49 con regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna attestati attorno a 60. Controcorrente anche la valutazione dei responsabili Smau sul fronte tagli e occupazione. Per molte aziende nei momenti di difficoltà la prima tentazione è quella di ridurre investimenti, infrastrutture e personale. Ma anche su questo punto Macola ha idee chiare: «in fase di recessione è giusto mettere in atto quelle che chiamo le “pulizie straordinarie”, attenzione però a non distruggere l’intera casa. Nella ristrutturazione non vanno tagliate le risorse eccellenti, questo minerebbe la capacità dell’impresa sui lunghi periodi. Impoverendo know-how e competenze dell’intera struttura aziendale».

Semmai, andando in controtendenza è il momento giusto per fare “shopping” di risorse umane. Il mercato del lavoro risulta più dinamico e le figure professionali di qualità si rimettono in gioco, sia sul piano professionale che economico. Così Smau 2009 può diventare il palcoscenico per presentarsi alle aziende. Non a caso arriva dopo l’esperienza di Smau Business Roadshow, il circuito di eventi locali che ha portato il Salone in giro per l’Italia a Bari, Brescia, Padova e Bologna. A contatto diretto con 10 mila imprese. Molte saranno presenti alla manifestazione per uno scambio diretto di esperienze. In questo contesto torna per il quinto anno consecutivo l’area “i percorsi dell’innovazione”. Una rassegna che ospiterà start-up provenienti da tutta Italia. Compresa la presenza istituzionale di Regioni e Province che porteranno una delegazione di imprese presenti sul territorio.

Ma che fine ha fatto la manifestazione di qualche anno fa che vedeva convergere nel weekend oltre 100 mila tra giovani e studenti, compresi migliaia di visitatori e famiglie interessate al consumer elettronico? «Stiamo lavorando anche a questo aspetto, perché a partire dal 2010 proporremo eventi di Fuori Salone. Vorremmo che Milano diventasse per un mese il centro dell’innovazione». Con eventi business nei padiglioni fieristici milanesi, e poi una miriade di momenti di aggregazione sui temi tecnologici da tenere in punti nevralgici della città. Iniziative congiunte da vedere come banco di prova per Expo 2015.

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