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maggio 2012 ↓ scarica pdf archivio >>

CORRIERE DELLA SERA - SPECIALE OROLOGI 31 maggio 2012

Venti secondi di scostamento giornalieri. A tanto ammonta la differenza rispetto all’ultimo orologio atomico realizzato su un chip di silicio, un gioiello tecnologico poco più grande di un unghia. Frutto di anni di lavoro degli scienziati del Nist, il National institute of standards and technology in Colorado. Uno degli strumenti di misura, usato come campione internazionale a cui è consentito di sbagliare per meno di un miliardesimo di secondo ogni 24 ore. Ebbene, questi venti secondi se ci riferissimo a un tradizionale orologio, con movimento meccanico o elettrico, non sarebbero certo un vanto per il maestro orologiaio che lo ha costruito. Né per la maison che lo metterebbe in vendita.

Ma non è così quando gli stessi venti secondi rappresentano la variazione massima che si registra ogni giorno da 278 anni. Sempre e costanti. Con una sola condizione. Per consultare questo straordinario e inusuale segnatempo è necessario il sole. Perché stiamo parlando di uno dei più sorprendenti orologi statici del mondo. La meridiana Laghu Samrat dell’Osservatorio astronomico Jantar Mantar costruito a metà ‘700 nel centro di Jaipur. Capitale dello stato indiano del Rajasthan.

Una struttura astronomica imponente, il più grande osservatorio senza lenti né parti meccaniche del mondo, realizzato da 16 grandi macchine in pietra e mattoni. Il nome Jantar (strumento) e Mantar (calcolo, formula) derivano dal sanscrito. Venne costruito in sette anni, tra il 1727 e il 1734, per volontà del Maharaja Saway Jai Singh II, noto per la grande passione per matematica e astronomia, passato alla storia come fondatore di Jaipur. Gli strumenti, simili a grandi sculture, sono in grado di fornire informazioni astronomiche ed astrologiche allo stesso tempo. Sono stati usati nei secoli per prevedere eclissi, studiare le orbite delle stelle, la posizione dei pianeti nella volta celeste, ma anche determinare latitudini e tabelle di effemeridi.

Sorprendete che ancora oggi gli antichi strumenti di Jantar Mantar vengano usati per prevedere condizioni meteorologiche e climatiche, in particolare l’arrivo e la durata dei monsoni. Essenziali per i raccolti dell’intero Rajasthan e determinare inondazioni e carestie.
Ecco quanto racconta a proposito l’astrologo Thakur Swaroop Jopat brahamino e astrologo, ma anche l’esperta guida che il Corriere della Sera ha incontrato tra gli strumenti segnatempo dell’osservatorio. «Siamo una cinquantina tra astronomi e astrologi, proveniamo da tutto il Rajasthan. Ogni anno nella notte di plenilunio di inizio luglio ci ritroviamo sullo spiazzo del Jantar Mantar. Per prima cosa ci raccogliamo in meditazione e preghiera per un Puja».

Si tratta di un rito propiziatorio rivolto a Ganesh, il dio dalla testa di elefante, venerato in tutta l’India, come portatore di fortuna, successo e fertilità. Sia femminile che della madre terra. A lui ci si rivolge prima di ogni evento importante, di un viaggio, di esami ed affari. Al termine del rito gli astrologhi più giovani, salgono lentamente sul Samrat Yantra, la gigantesca meridiana alta 23 metri usata sia per il calcolo del tempo, sia per le previsioni metereologiche. In particolare per annunciare l’arrivo del monsone, atteso in Rajasthan nelle prime settimane di luglio e che si protrarrà fino ad inizio settembre. Dalla quantità della pioggia durante il giorno e dalla forza dei venti dipenderanno i raccolti.

«Una volta sulla sommità, nel momento del tramonto, accendiamo una lampada a olio e teniamo tra le mani delle bandierine. Così facciamo rilevamenti di temperatura, dell’intensità e direzione dei venti. Poi ci consultiamo per le previsioni che saranno rese pubbliche».
L’intensità dei venti serve per capire quanti giorni mancano all’arrivo del monsone, la direzione per stabilirne qualità e quantità. Se il vento soffia da Nord a Sud sarà una buona annata con pioggia abbondante. Se invece spira da Ovest verso Est, bisognerà attendersi un periodo di siccità. Dunque di scarsi raccolti.

Per una maggiore accuratezza gli astrologi indiani scendono poi nella grande cavità del Jai Prakash, lo strumento ideato dal Maharaja per determinate con precisione la posizione di pianeti e costellazioni. Le loro previsioni vengono tenute in grande considerazione dalla popolazione, contadini in particolare. Riportate sui giornali e soprattutto confrontate con quanto detto dai metereologi ufficiali. Ed è già capitato che i primi abbiano avuto ragione sui secondi. Ad esempio nel 2005 quando il monsone iniziò a scaricare le piogge torrenziali in ritardo, solo il 22 luglio. Poi proseguì ininterrotto per 45 giorni, contro ogni previsione dei meteo regionali.

«Semplicemente, dopo 30 anni di esperienza, avevo calcolato questo ritardo rilevando che il pianeta Marte era entrato nella costellazione del Leone – conclude Thakur - un avvenimento accaduto decenni prima e riportato nei libri degli astrologi, quelli che noi consultiamo prima di riunirci». Ancora oggi i misura tempo statici progettati da un illuminato Maharaja indiano di metà ‘700, hanno la meglio sulle rilevazioni satellitari e gli orologi atomici del ventunesimo secolo.

RAJASTHAN, COME ARRIVARCI
Rajasthan paese dei sari colorati, terra di guerrieri e porta dell’India verso l’occidente. Si raggiunge dall’Italia con volo diretto di Jet Airways. Parte da Milano la sera, alla mattina siete già a New Deli. Se avete fretta prendete un volo interno di un paio d’ore fino a Jaipur. Il alternativa noleggiate l’auto con autista da Ruby Holidays (+91.124.4050000), fornisce anche la guida. Per l’India occorre il visto turistico, info su www.indianvisamilan.com. Non sono obbligatorie vaccinazioni, ma è raccomandata l’assicurazione viaggio, ad esempio www.worldnomads.com.






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